Pensi che i gatti conoscano il loro nome, ma non è proprio così; però, la buona notizia è che puoi insegnarlo.
I cani lo imparano prima, senza dubbio. I gatti, invece, sembrano non impararlo anche se a volte ci ignorano di proposito. Stiamo parlando del loro nome. La prima cosa che si fa quando si ha un animale domestico è dargli un nome e poi ci aspettiamo che rispondano al richiamo del proprio nome. Con i gatti l’argomento è un po’ particolare.
I gatti sono in grado di riconoscere il loro nome e ce lo dice la scienza attraverso prove ed esperimenti condotti nel corso degli anni. Tuttavia, a seconda del carattere del gatto questo richiamo potrebbe funzionare oppure no. In questo articolo vi daremo dei consigli pratici su come insegnare il nome al gatto e quali sono gli errori da evitare.
Insegnare ai gatti il loro nome: alcuni consigli pratici
Diversi esperimenti hanno provato che il gatto ha una reazione quando sente pronunciare il proprio nome e sa riconoscere anche la differenza tra la voce del proprio pet mate e quella di un’altra persona. Però, a questa reazione si aggiunge un altro elemento: il gatto si prende il diritto di decidere se rispondere oppure ignorarci.
In realtà, è relativamente semplice insegnare al proprio gatto come si chiama. Basta pronunciare più volte quella parola e poi associarla ad un premietto. Tuttavia, i gatti non sono dei robot, ma animali dalle mille curiosità. Loro studiano attentamente ogni nostra mossa e sanno associare da soli le cose. Di sicuro vorranno il premio alimentare, ma poi sapranno associare sempre il loro nome a qualcosa che verrà dopo, che in genere è piacevole per loro.
Con il tempo impareranno anche da soli che la parola del loro nome è associata a qualcosa che li riguarda. Ovviamente, se è una cosa piacevole alzeranno le orecchie immediatamente e vi seguiranno senza fare storie, se non è così piacevole decideranno molto elegantemente di ignorarvi.
Gli errori da non commettere
Un errore da evitare è quello di ripetere più volte il nome del gatto. Subito dopo bisogna evitare di associare il nome ad un’altra parola. Ad esempio, se diciamo “Joey, vieni!”, oppure “Joey, pappa!”, il gatto potrebbe concentrarsi sulla seconda parola (in questo caso “vieni” e “pappa”) e non imparare il suo nome.
Insomma, occorre essere puliti e minimalisti per non mettere tante parole in gioco e confondere il piccolo felino. Detto questo, è altrettanto sicuro che, insieme alle parole, il gatto imparerà a conoscere anche il tono della voce e i vostri comportamenti.
Poi, ricordiamo sempre che il gatto domestico ha mantenuto tantissimo la sua indipendenza e il suo lato “selvaggio” rispetto ai cani e bisogna avere tanta pazienza.
Conclusioni
Una volta deciso il nome del gatto, occorre insegnarglielo essendo molto puliti nella pronuncia. Il gatto deve sentire solo il suo nome, e ripetuto solo una volta. Se risponde, è utile premiarlo in modo da fargli capire che c’è un meccanismo di botta e risposta e che c’è qualcosa riservato per lui. I gatti, e lo dice la scienza, possono imparare il proprio nome, poi, però, possono anche decidere di non rispondere al richiamo. Hanno un carattere molto particolare e lo dimostrano in diversi aspetti: ad esempio, avete notato che sono estremamente infastiditi dalle porte chiuse?